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Memoria scritta di Milan Kučan nel decennale della legge di tutela

Dieci anni fa, da entrambe le parti del confine italo-sloveno, ben pochi avrebbero creduto che di lì a poco si sarebbe finalmente concluso il lungo e arduo cammino che ha portato all approvazione da parte del Parlamento italiano della legge che sancisce i diritti della comunità slovena in Italia. A indurre a un tale pessimismo era l esperienza. L ottimistica fiducia che l’élite politica italiana avrebbe finito col prendere coscienza delle proprie responsabilità nei confronti della propria Costituzione e degli impegni assunti con una serie di trattati internazionali, riconoscendo ai propri concittadini di nazionalità slovena i diritti che già tali atti garantiscono loro, si era troppe volte scontrata con la cruda realtà. Le delusioni erano state troppe.<> La situazione era rimasta invariata anche dopo la proclamazione dell’indipendenza della Slovenia, quando l’Italia si era trovata al confine occidentale un Paese credibile, con cui oggi condivide gli stessi valori e la stessa visione di un futuro comune in seno all Unione europea; un paese che non rappresenta più il vestibolo di un mondo ideologicamente e politicamente diverso e potenzialmente pericoloso. È vero peraltro che l’Italia, ed in particolare la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, avevano sostenuto le aspirazioni all indipendenza della Slovenia, cosa di cui siamo loro grati; ma il rapporto con la minoranza slovena anche in seguito non era mutato. Il peso e i timori del passato erano ancora troppo grandi.
Tutto ciò è ben noto. Ma soprattutto è noto che le numerose disillusioni sulla via che ha condotto all approvazione della legge di tutela, non hanno scalfito la volontà degli sloveni in Italia di perseverare nelle loro richieste. Nella battaglia per i propri diritti essi hanno cercato alleati sia nella struttura politica italiana che in Slovenia. In quale misura le loro giuste aspettative siano state soddisfatte dalle reazioni e dal sostegno ottenuti, sono solo loro stessi a poterlo dire. Ma in ogni caso – nonostante le fondate critiche nei confronti di una legge che prevede per gli sloveni in Italia un livello di tutela e di diritti inferiore a quello sancito dalla Costituzione, dallo statuto speciale della Regione Friuli Venezia Giulia, dal Trattato di Osimo l approvazione della legge di tutela va pur sempre considerata un successo ottenuto grazie al loro impegno. È vero, nell applicazione della legge ci sono dei problemi. Soprattutto nei primi anni dopo la sua approvazione, quando fu necessario stabilire le aree interessate dalla legge, essa rimase lettera morta. Spesso furono invocati e lo sono tuttora – ostacoli tecnici e finanziari, che però talvolta altro non sono che comodi alibi per le autorità. Eppure ora voi sloveni disponete di uno strumento giuridico: e potete farvi appello per ottenere che la vostra posizione effettiva venga elevata al livello di quella che la legge sancisce formalmente.<> Perché la legge venisse approvata sia alla Camera dei deputati sia al Senato, è stata necessaria un elevata quantità di volontà politica. Oggi, per la sua attuazione, ce ne vuole altrettanta o addirittura di più. Agli sloveni in Italia non è stato regalato nulla. Ogni cosa, anche l ottenimento della legge e l attuazione dei suoi contenuti, ha richiesto un duro lavoro, e tanto coraggio civile e umano.
Ma le cose stanno migliorando: lentamente, ma costantemente. A questo contribuiscono senza ombra di dubbio anche i buoni rapporti tra la Slovenia e l’Italia. In particolar modo dopo due eventi: il Concerto dell’amicizia, svoltosi proprio qui a Trieste e accompagnato dall’omaggio al ricordo del primo crimine che i fascisti, incendiando il Narodni dom, perpetrarono ai danni degli sloveni; e la recente visita ufficiale in Italia del Presidente della Repubblica di Slovenia Türk. In quell occasione il Presidente della Repubblica Italiana ha detto che la minoranza slovena è la minoranza più importante d’Italia. In Italia potete dunque contare su un influente alleato. Ed è quindi fondata la vostra aspettativa di vedere effetti tangibili delle sue parole, non solamente nell’attuazione della legge di tutela, ma anche nel suo perfezionamento. Ma soprattutto nella creazione di un clima diverso, proficuo e ottimistico, qui a Trieste, a Gorizia, Udine e in tutto il Friuli Venezia Giulia, un clima che dimostri che l amaro tempo in cui sloveni e italiani vivevano gli uni contrapposti agli altri è definitivamente tramontato, e che ora essi vivono e s impegnano insieme per un migliore futuro comune.<> Sperando che il mio ottimismo non venga disatteso, mi unisco a voi nel dibattito in occasione del decimo anniversario della legge di tutela. Vogliate accettare le mie scuse: è davvero con vivo rammarico che ho dovuto rinunciare a partecipare alla serata odierna e alla rievocazione del difficile cammino verso l’approvazione della legge, cammino che ho almeno parzialmente percorso con voi.
Cordiali saluti,
Milan Kučan

Lubiana, 10 marzo 2011

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