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L'ennesima crociata antislovena del sindaco Dipiazza, alle prese con una legge che dimostra di non aver mai letto

“Tra un piano del traffico svelato anzi tempo ed una rivolta anti turpiloquio in quel di Barcola il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza sembra aver trovato il tempo di intraprendere anche una nuova crociata contro la lingua slovena, tanto da esigere dalla Regione addirittura una fideiussione a garanzia di temuti nuovi esporsi per le casse comunali, dimenticando però di leggersi bene la legge di tutela degli sloveni del FVG” afferma con non poca ironia il presidente provinciale della SKGZ Unione Culturale Economica Slovena Igor Gabrovec rispondendo alle esternazioni di Dipiazza di qualche giorno fa. Motivo della preoccupazione dei tre sindaci di Trieste, Gorizia e Cividale, ben sponsorizzati dal partito di AN, è l'imminente approvazione definitiva a firma del presidente Napolitano della lista dei 32 comuni, nei quali verrà riconosciuta, con oltre cinque anni di ritardo, la presenza della minoranza slovena nel FVG. Il sindaco Dipiazza, forte del sostegno dell'on. Menia e dei colleghi Vuga di Cividale e Romoli di Gorizia, si porrebbe a difesa delle casse comunali, dimenticando o volendo dimenticare che la stessa legge di tutela 38/2001, oltre a riconoscere dignità alla lingua ed alla cultura slovena, prevede nell'art. 8 (Uso della lingua slovena nella pubblica amministrazione) quasi 6 milioni di euro annui a partire dal 2001. Ma allora di quali “sottrazioni di fondi ad altri servizi” va a farneticare Dipiazza? “Ok a rapporti di collaborazione con Ljubljana, Sežana e magari anche Zagreb – ma gli sloveni di casa nostra, qui presenti da solo quasi quindici secoli, si guardino bene dal pretendere di parlare la propria madre lingua!” Sembrerebbe quindi essere questo, secondo il presidente SKGZ Igor Gabrovec, il ragionamento del sindaco Dipiazza, che ricorda molto i tempi un cui si affiggevano nei locali pubblici scritte che recitavano “Qui si parla solo italiano”. E forse Dipiazza dimentica che l'applicazione ed il rispetto delle leggi approvate dal parlamento democratico italiano, che trovano fondamento nella Carta Costituzionale, nei trattati internazionali e nella legislazione europea sono vincolanti e quindi valgono per tutti. Anche per i sindaci. Anche per quello di Trieste.

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