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Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi

Egregio Signor Presidente Romano Prodi, in veste di organizzazioni che rappresentano l’attività e la volontà di molti appartenenti alla comunità nazionale slovena in Italia, salutiamo con gioia la Sua visita in Slovenia. In quest’occasione farà visita anche a Kobarid-Caporetto, teatro della prima guerra mondiale, che ha visto proprio nell’Alto Isonzo, a Caporetto e in una parte della Slavia Veneta, oggi territorio italiano, uno dei suoi momenti più tragici e cruenti. In queste terre un doloroso confine nazionale e psicologico ha diviso le persone, i popoli e gli Stati per troppo tempo. Quest’area si sta aprendo ora al mondo, ma non basterà abbattere i confini amministrativi. Nei cuori di Italiani, Friulani e Sloveni sono rimasti infatti conficcati pezzi di filo spinato che vanno eliminati per il bene comune, ma ciò richiede un forte impegno. Esprima una parola di auspicio affinché si sviluppi una collaborazione tra Slovenia e Italia tale da eliminare l’arretratezza economica e culturale in queste aree montane, in queste profonde vallate, ovvero laddove le persone hanno dovuto ingoiare per troppo tempo bocconi amari. Ci riferiamo all’area frontaliera della Provincia di Udine in cui risiede, oltre alla popolazione italiana e friulana, anche la comunità storica e nazionale slovena con tutte le sue particolarità culturali e con i suoi dialetti. Si tratta di un territorio geograficamente unico, in cui la natura confluisce in un paesaggio spettacolare, ma dove i confini hanno relegato le persone sui due fronti della divisione europea. Signor Presidente, durante la Sua visita intratterrà anche incontri ufficiali con le più alte cariche dello Stato, del Parlamento e del Governo sloveno a Lubiana. Verrà accolto dai nostri amici italiani con cui collaboriamo strettamente. Sull’ordine del giorno sono previste le discussioni in merito ai rapporti bilaterali tra Slovenia e Italia, si parlerà dell’Europa che si unisce e della presidenza slovena del Consiglio Europeo nella prima metà del 2008, quando cadrà finalmente anche il confine di Schengen. Quale circostanza migliore per intavolare un dibattito su un’importante questione che riguarda l’Italia, la Slovenia e l’Europa? Ovvero la questione delle minoranze, delle comunità nazionali che vivono oltre le frontiere, ormai sempre più impalpabili, di Stati in cui sono invece la maggioranza. Una di queste siamo anche noi Sloveni in Italia, presenti storicamente in queste zone nonostante i confini che hanno mutato ogni volta la nostra cittadinanza. Oggi ci sentiamo cittadini italiani, ma siamo ancora in attesa dell’attuazione di norme costituzionali e legislative che tutelino la componente linguistica e culturale per la quale ci consideriamo di nazionalità slovena. Lei ha fatto già molto per noi e di questo le siamo profondamente grati. Siamo altresì convinti che avrà un occhio di riguardo verso tale problematica anche in futuro. Signor Presidente, come già sottolineato, Lei è a conoscenza dei nostri problemi. E’ nostra volontà contribuire congiuntamente all’integrazione di quest’area, divisa in passato da contrapposizioni nazionalistiche e ideologiche. Pertanto auspichiamo che a Lubiana venga confermata la volontà da parte Sua di attuare integralmente le leggi italiane a vantaggio della comunità nazionale slovena in Italia e dei suoi appartenenti. Per lo sviluppo della nostra specificità linguistica, culturale e al contempo socio-economica (gli Sloveni nella Provincia di Udine eravamo e siamo economicamente marginalizzati) sono necessarie tuttavia ingenti risorse materiali. Non vogliamo privilegi, tuttavia comprenderà che per le nostre organizzazioni è difficile stare al passo delle sempre maggiori difficoltà materiali di scuole, di importanti enti culturali sloveni, di organizzazioni, circoli, media (senza i quali non ci ritroveremmo più) e così via. Egregio Signor Presidente, non è nostra intenzione soffermarci sulle piccole questioni. Siamo convinti che Lei non ci considera un problema, bensì un valore aggiunto in questa Regione che deve proprio alla presenza delle minoranze il suo statuto speciale anche in relazione ad accordi internazionali. Ci aiuti a rafforzare i principi con azioni concrete, con il lavoro e con una visione a lungo termine, che tuttavia non può essere realizzata se le leggi non vengono rispettate e se le nostre richieste di equi contributi rimangono inascoltate. Le porgiamo i nostri migliori auguri e cordiali saluti Rudi Pavšič odv. Drago Štoka Presidente SKGZ Presidente SSO
 

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