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La cultura e la lingua slovena sono di serie B?

 

La crisi pandemica ha portato all’avvio di nuove forme di progettazione indirizzate al superamento dell’isolamento dei più giovani. I programmi in lingua slovena della sede regionale RAI hanno prodotto una serie di trasmissioni rivolte ai bambini, i cui contenuti sono stati successivamente trasposti in un quaderno didattico. Il folletto Kajček è il protagonista della pubblicazione edita in collaborazione con le riviste per bambini Pastirček e Galeb, il Primorski dnevnik e l’Istituto sloveno di ricerche – SLORI con il sostegno delle due organizzazioni di riferimento della comunità slovena in Italia, la SKGZ (Unione Culturale
Economica Slovena) e la SSO (Confederazione delle organizzazioni slovene).

Il quaderno didattico è stato distribuito a gennaio dalle due organizzazioni di riferimento a tutti gli alunni delle scuole primarie e dell'infanzia con lingua d’insegnamento slovena nelle province di Trieste, Gorizia e Udine. Ai loro genitori è stato invece consegnato un opuscolo informativo bilingue, nato nell’ambito del progetto europeo Jezik Lingua e scritto dallapsicologa Suzana Pertot, con consigli pratici rivolti ai genitori che iscrivono i propri figli al scuola slovena dal titolo L’infanzia bilingue: istruzioni per l’uso.

L’intenzione dei promotori dell'iniziativa era di distribuire le due pubblicazioni anche nelle 4 sezioni slovene delle scuole dell'infanzia comunali di Trieste a San Giovanni, Gretta e al Dijaški dom. L’iniziativa proposta si trova tutt’ora in attesa della valutazione dell’assessore.

Non avendo ricevuto nessun tipo di riscontro l’SKGZ ha indirizzato nei giorni scorsi una lettera all’assessore Brandi chiedendo informazioni sulla causa del ritardo nella risposta, se l’Amministrazione sia intenzionata a dar seguito alla richiesta e le motivazioni di un’eventuale indisponibilità ad accogliere l’iniziativa, considerando che siamo a fine aprile e l’anno scolastico sta volgendo al termine. La stessa lettera è stata rivolta al sindaco chiedendo di favorire l’iniziativa.

L’argomento è stato discusso anche in sede di Consiglio comunale: all’assessore Brandi è stata infatti posta una domanda d’attualità presentata dai consiglieri Valentina Repini e Igor Švab. Nella risposta alla consigliera Repini l’assessore ha replicato le considerazioni già esposte nella lettera di risposta all’SKGZ indugiando sui toni della lettera dell’SKGZ e senza dare in entrambi i casi rassicurazioni sull’avvio del progetto, malgrado la distribuzione sia avvenuta in modo capillare in tutte le scuole dell’infanzia e primarie statali con lingua d’insegnamento slovena da San Pietro al Natisone sino a Muggia. Spiace quindi constatare che le uniche scuole dell’infanzia a rimanere al momento escluse da questo progetto sono le sezioni slovene delle scuole dell’infanzia del Comune di Trieste. Il quaderno didattico è redatto in lingua slovena poiché rivolto a bambini che frequentano le scuole slovene, e rimane in attesa della valutazione dell’assessore che dispone nell’ambito delle strutture dell’Amministrazione di traduttori, il che consentirebbe la traduzione in italiano del quaderno didattico per la valutazione.

L’Unione Culturale Economica Slovena smentisce inoltre che i toni della nota indirizzata all’assessore non siano stati consoni. La presidente dell’SKGZ Ksenija Dobrila esprime inoltre dei dubbi sulla pratica consolidata dell’assessorato secondo la quale spetta personalmente all’assessore il compito di porre un filtro ai materiali da distribuire ai bambini che frequentano le strutture comunali. Simile è anche la posizione della consigliera Repini che in sede di consiglio ha espresso l’auspicio che “si possa avviare un percorso di confronto con le educatrici e gli educatori dipendenti del Comune di Trieste che insegnano nelle sezioni in lingua slovena al fine di attivare il progetto.”

Speriamo che la cultura e la lingua slovena non siano considerate di serie B, ma trovino adeguato ascolto da parte del Comune di Trieste.

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